sabato 27 giugno 2009

Solidarietà per un amico che può camminare a testa alta.

Apprendo oggi con rammarico che una persona (Giovanni Burbello) di cui mi vanto di essere amico è stata condannata perchè ha il difetto di amare alla follia il proprio paese, Onara di Tombolo, follia che lo ha portato a scontrarsi con persone potenti e delle quali ha scritto nel proprio blog dedicato al comitato civico del quale era presidente.
Queste persone si sono sentite offese per parole che seppure volevano smuovere le coscienze non dovevano essere interpretate come invece è stato fatto.
"Corleonese", questo l'epiteto offensivo che è stato mal interpretato come "MAFIOSO", quindi, a prestare fede alla sentenza, tutti gli abitanti di Corleone sono Mafiosi ?!?
fortunatamente la class action è stata ulteriormente rimandata altrimenti avremmo tutto un paese che insorge contro questa sentenza.

Nell'articolo viene scritto che il pagamento a cui Giovanni è stato sottoposto è di 600 Euro .... l'ammontare di denaro a cui Giovanni è stato sottoposto è di molto superiore (altri 5000 Euro) e per qualche ragione oscura tale ammontare non è stato reso noto alla stampa ... che sia per non martirizzare Giovanni e quindi renderlo un simbolo ?

Giovanni non meritava la condanna e molte cose nel processo non hanno seguito un "giusto" corso a partire dal fatto (secondo articolo riportato) che i verbali delle udienze non potevano essere messi a disposizione degli avvocati a causa di uno sciopero, questo ha fatto in modo che la difesa non abbia potuto essere "la migliore possibile" come dovrebbe garantire la giustizia per chiunque.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Dal Gazzettino 1/2

Sabato 27 Giugno 2009,
Tombolo
(G.F.) Accusare una persona di essere un "corleonese" è un reato. Lo ha stabilito ieri pomeriggio il giudice Linda Arata, che ha condannato Giovanni Burbello a pagare una multa di 600 euro per aver diffamato a mezzo stampa-intenet il compaesano assessore di Tombolo Maurizio Peggion. L’avvocato di parte civile Andrea Bertollo aveva chiesto la condanna al pagamento di 10 mila euro per risarcimento danni, più le spese legali. Mentre l’avvocato difensore Paola Miottti aveva chiesto l’assoluzione. Una vicenda avvenuta a cavallo tra il 2005 e il 2006: al centro della contesa tre scritti pubblicati sul sito del comitato civico di Onara. La versione di Peggion: «Burbello è presidente del comitato. In tre diverse occasioni mi sono sentito offeso. In un pezzo del 2005, sono stato definito un Corleonese, dunque un mafioso, senza motivo». Nel maggio 2006, nuovo articolo, dal titolo «Peggionissimo». «Durante la presentazione di un libro, al centro parrocchiale, ho letto il discorso preparato so a casa; credo di avere una capacità di lettura nella norma, ma il comitato mi ha descritto come una persona che leggeva con sforzo. Packman, mi hanno definito. Per un mese, diversi cittadini quando mi vedevano mi apostrofavano, chiedendomi se avessi imparato a leggere». Burbello ha ricostruito la vicenda, assumendosi solo in parte la paternità degli affondi: « Packman è un’espressione satirica; Corleonese è uno che cura le proprie attività personali». Sul banco dei testimoni c’erano anche l’assessore Alessandra Bergamin e l’ex vicesindaco Vincenzo Bacchin. «Alcuni articoli erano firmati da Burbello - l’osservazione di Bergamin - altri no; che fossero o meno siglati, la mano era comunque sempre la stessa, lo si capiva bene dallo stile.

Gazzettino 2/2
Sabato 27 Giugno 2009, Cittadella
(G.F.) Gli avvocati chiedono copia dei verbali stenotipici di udienza, ma la cancelleria risponde picche. «La cooperativa che gestisce la sbobinatura delle registrazioni ha bloccato le consegne - afferma un avvocato -, perché il ministero non la paga. Questa è la giustificazione che mi danno. E il mio caso non è certo isolato. È la quarta volta che vengo in tribunale a chiedere copia di verbali che non vengono mai sbobinati e di conseguenza nemmeno consegnati alle cancellerie». Altro esempio ieri mattina. Durante l’udienza che vedeva come imputato Giovanni Burbello, il giudice Linda Arata ha preso atto che nel fascicolo non c’erano le copie delle deposizioni dei testi che erano stati presenti nell’udienza del mese scorso. Le sbobinature non erano ancora state consegnate dalla coooperativa. Un fatto che penalizza sia la difesa che l’accusa.
«È vero, alcuni verbali stenotipici non ci sono - fanno sapere dalla cancelleria penale -. Ma sul perché mancano non spetta a me dare una risposta». L’azienda incaricata di sbobinare i verbali per il Tribunale di Padova, e quindi anche per la sede staccata di Cittadella, è la "Meeting Service", che ha sede a Padova, in via Tommaseo. «Ci sono stati dei problemi con i pagamenti da parte del ministero - fanno sapere dall’azienda -. Dei ritardi sui compensi, ma domenica scorsa la situazione è stata sbloccata. Oltre a ciò, il 30 aprile scorso è stata espletata una nuova gara per l’appalto del servizio di sbobinatura. Il portale informatico che gestiva i calendari delle udienze è stato cambiato. Così non si sapeva più quali udienze andare a seguire. Questi problemi hanno portato ad una situazione di scompiglio. Ma ora è tutto risolto e il lavoro è ripreso come prima».

1 commento:

Alessia(JP) ha detto...

Solidarietà anche da parte mia a Giovanni!a.