venerdì 6 maggio 2011

Zitti tutti, c'è un referendum in agguato!


In questi giorni fa specie vedere che nei media (tranne qualche mosca bianca) si parli poco dei referendum, grazie ai quali noi cittadini siamo chiamati ad esprimerci, e quando se ne parla è perlopiù in funzione di ciò che i referendum stanno provocando a livello politico e non si cerca di far capire l'importanza che lo strumento investe nella vita di un cittadino.

Vi sono pochissime occasioni in cui il cittadino può esprimere la propria opinione e seppur con i suoi limiti (ricordo che in Italia, tranne che in un caso, il referendum è abrogativo e c'è il forte rischio che venga annullato a causa delle defezioni) il referendum è il più democratico modo di far prevalere il volere della maggioranza, uno strumento di espressione della democrazia dal basso.

Fra poco più di un mese saremo chiamati a dare 4 semplici risposte, 3 delle quali per l'abrogazione di alcuni articoli di legge che minano fortemente il futuro nostro e di coloro che raccoglieranno la nostra eredità.

Un quesito referendario riguarda l'abrogazione delle norme che permetteranno all'Italia di avere le proprie centrali nucleari, nonostante in passato il popolo si sia già espresso impedendo che quelle presenti all'epoca continuassero a lavorare ed evitandone la costruzione di nuove.

Rispondendo SI` si chiede di eliminare l'ipotesi di fare centrali nucleari in Italia.

La sicurezza delle centrali nucleari è al centro della questione, il disastro di Fukushima è attuale più che mai, ma oltre al voto di pancia, si deve cominciare a pensare anche allo smaltimento delle scorie prodotte dalle centrali le quali, nonostante qualcuno sia così sicuro della loro innocuità e dica che ci vivrebbe accanto, ad oggi questi rifiuti, fortemente tossici, non hanno un luogo sicuro e definitivo in nessuna parte della terra. L'altra considerazione da fare è che comunque l'uranio non è un materiale il cui approvvigionamento è infinito (quindi l'energia da esso prodotta non è rinnovabile) e come tale è destinato ad esaurirsi in pochi decenni, un'altra considerazione riguarda il costo del nucleare, il quale ripagherà solamente chi avrà gli appalti per la sua costruzione e non certo gli utenti finali, i quali si troveranno sul groppone i costi di costruzione delle centrali (4-6 miliardi di euro quando sono pochi) ma anche quelli di smaltimento (i quali si prolungherebbero per un tempo indefinito) per non parlare dei costi in salute ed inquinamento dell'ambiente.

Inoltre il nucleare ha bisogno di una enorme quantità di acqua, quindi dovrà per forza sorgere vicino a coste o fiumi, dai quali emungerà senza ritegno.

Gli altri due quesiti, che personalmente ritengo importanti tanto quanto (se non di più) il quesito sul nucleare, riguardano l'eliminazione della mercificazione dell'acqua, rispondendo SI` non si permetterà ai privati di lucrare sulla distribuzione dell'acqua di rubinetto.

Infatti si sta permettendo a soggetti privati di guadagnare sulla distribuzione di un bene comune e vitale come l'acqua.

Dove l'acqua è stata privatizzata si è lottato per tornare alla gestione pubblica, per esempio Parigi era in mano a due multinazionale dell'acqua (Veolia e Suez) e giusto l'anno scorso il comune ha ripreso possesso del proprio acquedotto, dopo vent'anni capestro di mancata gestione dell'acqua, con aggravio di costi e abbassamento del servizio. Un altro esempio è la lotta che a Roma si stà facendo contro l'Acqualatina per non far privatizzare ancora una volta la gestione del servizio idrico.

Se il gestore dell'acqua è un privato, dovrà rispondere ai propri azionisti e non certamente ai destinatari del servizio, cioè noi cittadini e questo basterebbe per far capire che questo tipo di mossa è a discapito della popolazione.

Non bisogna dimenticare che il nostro corpo è fatto al 70-80% di acqua e senza acqua si muore in poco tempo, quindi chi controlla l'acqua, controlla le persone.

Il quarto quesito referendario non ha nessuna rilevanza sulla nostra salute (se non quella psichica di alcuni), ha solo rilevanza partitico/politica, infatti viene chiesto all'elettore di abrogare una norma sul legittimo impedimento di una carica politica.

Quindi esorto i cittadini ad andare a votare ai referendum e quindi permettere che la reale volontà del popolo possa essere espressa, e non un suo falsato surrogato basato solamente su chi li rappresenta (o meglio dovrebbe rappresentarli).

Personalmente apporrò 4 SI` , perché penso che l'acqua non debba essere una merce su cui lucrare, penso che il nucleare sarebbe solamente una pesante eredità per i miei figli e penso che non vi sia nessuno per il quale la legge sia più uguale degli altri.

Emanuele Bonin


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