Le riprese audio e video sono state finalmente regolamentate anche dal comune di Tezze sul Brenta.
I buchi legislativi riguardanti la videoripresa dei consigli comunali sembrano ora essere stati colmati grazie ad un voto unanime del consiglio che ha approvato un regolamento che indica le modalità di videoripresa e diffusione dei lavori del consiglio comunale.
La presentazione del regolamento è stata fatta a cura del presidente del consiglio, Sartore Tiziano: “Con questo regolamento approvato dalla commissione si va ad integrare ciò che è il nostro programma per l'aumento della trasparenza”, infatti assieme al regolamento è stata annunciata l'installazione entro fine anno di due telecamere per la diffusione via internet del consiglio comunale.
L'assessore Bizzotto Mariano oltre, alla possibilità di dare permettere di ascoltare e vedere anche a chi non è presente al consiglio comunale, vede anche una opportunità “romantica” di avvicinare, tramite le riprese WEB, i concittadini emigrati in altri paesi.
L'unica critica è stata fatta dal consigliere Cuccarollo Daniele il quale, pur accettando nella quasi totalità il regolamento, ha chiesto spiegazioni sulle modalità in cui si è pervenuti ad una scelta del regolamento così rapida, mettendo l'accento sul fatto che al consiglio comunale precedente un privato cittadino è stato forzosamente bloccato mentre cercava di riprendere il consiglio comunale pur non esistendo divieti a tale pratica e chiedendo che qualcuno possa riprendere (in deroga al regolamento poi accettato) e diffondere fino all'installazione delle telecamere comunali. Entrambe le richieste non hanno avuto risposta.
Due sono gli articoli per i quali c'è stato un po' di dibattimento con le assopite opposizioni: l'articolo 5, il quale permette alle cariche pubbliche di vietare la diffusione della propria immagine qualora non lo ritengano opportuno, a causa della violazione della loro privacy. Tutto ciò senza sollevare la questione riguardante il fatto che le cariche elettive possono godere della privacy per ciò che fanno quando non coprono la propria carica pubblica oppure la diffusione di dati veramente sensibili (preferenze sessuali, stato di salute, professione religiosa o appartenenza politica).
L'altro articolo oggetto di richiesta di modifiche (comunque non apportate) da parte di Cuccarollo è il numero 3: “ … le riprese non possono essere fatte dal privato cittadino ...” c'è da sperare che vi siano deroghe a tale articolo altrimenti gli unici giornalisti (anche loro privati cittadini) che vorrebbero riprendere liberamente il consiglio dovrebbero avere anche delle cariche pubbliche, tutto ciò in barba all'articolo 21 della costituzione italiana che difende la libertà di manifestare e il diritto di cronaca, diritto che appartiene a tutti, anche ai privati cittadini.
Emanuele Bonin
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