Tempo à scrissi un articolo su alcune delibere della giunta comunale di Tezze sul Brenta in cui risultava che il comune di Tezze era divenuto soggetto a pignoramento da parte delle ditte costruttrici che avevano vinto l'appalto indetto dal comune per l'ampliamento del comune stesso e altri lavori.
Dopo una telefonata che mi spiegava che in realtà non era il comune l'insolvente, feci una rettifica sullo stesso articolo.
Riporto ora l'articolo de "Il Gazzettino" di ieri sulla vicenda.
Sabato 10 Ottobre 2009, E’ una notizia sconcertante: al Comune sono arrivate, da parte dei tribunali di Bassano e Treviso, cinque comunicazioni di altrettanti pignoramenti per un’insolvenza di una ditta che ha sta eseguendo i due ultimi lavori per l’amministrazione comunale.
La passata amministrazione decise di costruire la nuova palestra agli impianti di Stroppari e di ampliare il municipio abbattendo la biblioteca che presentava segni di cedimento nel soffitto e costruendo una struttura a due piani. L’appalto dei lavori, circa 1 milione di euro, è stato vinto dalla ditta Signor di Asolo. Tutto sembrava procedere per il meglio, al centro i lavori di muratura erano quasi finiti, anche la palestra erano ad un buon punto, fino a quando sono cominciati ad arrivare i pignoramenti.
“Ne sono arrivati ben cinque – spiega preoccupato il sindaco Valerio Lago – si tratta di ingiunzioni da parte dei tribunali, ai quali si sono rivolte alcune ditte che avevano crediti nei confronti della Signor, di bloccare i nostri pagamenti alla ditta asolana e dirottarli alle ditte creditrici. Questi possono essere talvolta i risultati degli appalti pubblici, in cui concorrono aziende che non si conoscono. Un tempo, l’ente pubblico aveva tutto il tempo per verificare che il concorrente al bando fosse in regola, avesse tutti i prerequisiti, non avesse ‘buchi’. Ora per i pubblici appalti c’è una ditta che certifica la Soa, ossia una certificazione di qualità in cui risulta che la ditta è a posto. Questi pignoramenti non hanno nessun effetto sui pagamenti, in quanto è già stato tutto pagato con il criterio della cessione del credito: ossia noi non diamo soldi alla titolare dell’appalto, ma alle subappaltate, vere esecutrici dei lavori”.
“I danni per il Comune sono però ben visibili – continua l’ingegnere Emanuele Nichele, capoarea lavori pubblici – di fatto i lavori si sono fermati e non sappiamo quando potranno riprendere. In centro bastavano poche settimane per concluderli, mentre nella palestra di Stroppari alcuni impianti, rimasti scoperti, sono compromessi”
Quali sono le conseguenze?
“Il Comune – risponde l’ingegnere - deve impegnare una certa cifra per difendersi in tribunale e per questo è stato incaricato l’avvocato Antonio Greco di Padova, esperto in diritto amministrativo. Al legale abbiamo anche chiesto di sondare le varie possibilità per uscire da questa stasi. Il Comune non c’entra, è la ditta che ha delle insolvenze, il comune è probabilmente l’unico a pagarne gli effetti. È senz’altro frutto di una crisi profonda, che sta mettendo alla prova tante ditte, ma che costringe anche noi pubbliche amministrazioni, che abbiamo i soldi contati, a inutili spese, a ulteriori lungaggini burocratiche, a estenuanti e dispendiose vicissitudini. È mortificante essere coinvolti, nostro malgrado, in storie così, ma come ufficio abbiamo fatto sempre quanto di competenza. Speravamo di consegnare queste opere nei tempi stabiliti, ma non sarà così”.
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