Dal Giornale di Vicenza di oggi 24/12/2010 leggo che a Tezze sul Brenta un cartello criminale "con tutta probabilità" (frase di comodo per evitare denunce 8)) ha evaso una cosa come 10 milioni di Euro ... e così dopo la mega evasione nel vicentino relativa alla compravendita di pellami si scopre un'altra truffa ai danni di TUTTI i cittadini italiani.
Il Veneto che produce e che tira avanti l'economia è anche il veneto che con dei macchianri fatiscenti (sempre gli stessi) e ricolorati per apparire nuovi truffa le agenzie di Leasing e i cittadini.
Non riesco ad immaginare la faccia con cui queste persone si rapporteranno con gli altri Tedaroti ora che pende questa spada di Damocle sulla loro testa, penso comunque che questa curiosità mi sarà soddisfatta volenete o nolente ...
Giornale di Vicenza 24/12/2010
L'OPERAZIONE. Un anno di indagini. Ecco come funzionava il raggiro svelato dai militari del cap. Pietro De Angelis
Evasi 10 milioni con il leasing
Carlo Barbieri
False locazioni e fatture per 19 milioni. Gang di quattro persone sgominata dalle Fiamme gialle I denunciati sono ventisette
Il cap. Pietro De Angelis
Brillante operazione della Guardia di finanza della Compagnia di Bassano che, ai comandi del cap. Pietro De Angelis, ha smantellato un cartello criminale dedito alla frode fiscale ai danni dello Stato.Il giro di fatture false emesse arriva a 19 milioni, mentre l'evasione fiscale accertata dalle Fiamme gialle ammonta a quasi 10 milioni.
In totale sono 27 le persone denunciate. Di esse, 4 fanno parte dell'organizzazione che tirava le fila: si tratta di Massimo Basso, 41 anni, di Tezze, ritenuto il capo, Massimo Gaborin, 37 anni, pure lui di Tezze, Fabio Pistillo, 39 anni, di Albignasego e Andrea Falda, 43 anni, di Albettone. Per tutti l'accusa è di truffa e associazione a delinquere. Basso è indagato pure per annotazione ed emissione di fatture inesistenti.
I 23 utilizzatori finali dei beni fittizi sono accusati di truffa e frode allo Stato.
L'indagine coordinata dalla Procura e condotta dai militari del cap. De Angelis, particolarmente impegnati nel Bassanese nel contrasto alle frodi fiscali, è durata circa un anno. Ecco come funzionava la frode.
L'organizzazione contattava società in difficoltà e alla ricerca di liquidità che non riuscivano ad ottenere dagli istituti di credito. Quindi si rivolgeva a società di leasing (da ritenersi estranee alla truffa archiettata), nello specifico la Sparkassen di Bolzano e la Mercantile leasing di Firenze e ad esse indicava i “clienti” destinatari di beni in leasing. Della fornitura (naturalmente tutta fittizia) si occupava la banda che riceveva il pagamento dalle società di leasing. I destinatari dei beni potevano così evidenziare nei loro bilanci, e quindi anche nelle conseguenti dichiarazioni fiscali, i costi dei canoni di locazione grazie ai quali beneficiavano di deducibilità e di Iva detraibile. Al contempo, dopo aver ricevuto il denaro da parte delle società di leasing per il bene mai fornito, l'organizzazione provvedeva alla spartizione delle somme. L'80% di queste finiva agli utilizzatori finali dei beni mentre il 15% se lo intascava la banda. In questo modo si creava una cospicua liquidità di denaro “in “nero” nella disponibilità di chi era coinvolto nella frode. Qualora le società di leasing fossero andate a verificare l'effettiva esistenza dei beni in locazione, l'organizzazione si occupava di spostare ora qua ora là il bene in questione.
Secondo le risultanze dell'indagine era Pistillo ad occuparsi dei contatti con queste società. Falda era già stato oggetto di un'indagine analoga, sempre per frodi tramite le società di leasing, condotta dalla Guardia di finanza di Vicenza e nei suoi confronti era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
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